All of us have studied at various times in faculties of architecture but none of us could be classically defined as an architect. We are interested and work in design and communications, landscape planning and agriculture, light infrastructure for bicycles and small businesses for the new economy.
Il termine parassita legato all’architettura compare per la prima volta negli anni Ottanta nella ricerca “Le parasite” di Michel Serres, dove si allude all’annessione di corpi architettonici di nuova fattura in edifici e strutture urbane esistenti. Read More
Quaranta anni fa arrivava nel cuore di Parigi un’astronave colorata che avrebbe cambiato per sempre l’idea di museo e di architettura, di spazi urbani e di città. I parigini sin dal primo momento non hanno espresso particolare approvazione nei confronti del simbolo della nuova cultura di Richard Rogers e Renzo Piano.Read More
“Lusso e sviluppo residenziale non rigenerano le periferie” questa la motivazione contro il grattacielo di Renzo Piano subito ribattezzato “The Skinny Shard” riportata dalla Skyline Campaign” associazione (nata nel marzo 2014) in cui figurano tra i firmatari David Chipperfield, Adrian Forty, Vittorio Gregotti e Anish Kapoor, che ha tra i suoi obiettivi di fermare la devastazione di Londra dovuta ad edifici di grandi dimensioni e altezze in contesti sbagliati. Read More
Più semafori agli incroci, spazi verdi e belli per giocare, turni più brevi in mensa, strade pulite, negozi che vendono caramelle a pochi centesimi. Leggo di nascosto, scritte in stampatello su un foglio, le proposte che la mia figlia novenne ha fatto per il parlamentino della Scuola, precoce forma di partecipazione politica introdotta nelle scuole dal sindaco di Milano. Sono richieste di buon senso, tutte urbane. Le stesse che formulerebbe qualsiasi cittadino ragionevole.Read More
Avevamo proprio bisogno che Renzo Piano venisse a fare uno dei suoi schizzi per ricucire anche il Politecnico di Milano. Bene! L’idea della piazza verde e dell’abbattimento di un edificio è affascinante, forse appena un po’ poco praticabile, ma affascinate.
Renzo Piano riporta infaticabilmente sulle prime pagine dei quotidiani parole ordinarie come scuola, periferia, esperienza urbana. Lo fa con generosità, anche a costo di sembrare ripetere sempre le stesse cose. Sa che non sono necessariamente le cose che dice a interessare il pubblico, ma il fatto che le dica proprio lui. E questo è un bene. Ma la sua prosa – ti racconto il mondo che vorrei – è quanto di più distante possibile dal mondo reale. Lo è quando invoca astrattamente il rammendo delle periferie, lo è quando propone un’idea di scuola al futuro.Read More
Alla fine non ce l’ha fatta. Negli ultimi mesi glielo ripetevano tutti in studio: dai su, resisti… Come, anche lei senatore… Ma quando parliamo di moda, parliamo del grande mercato della seduzione (non solo dei clienti, a quanto pare). Nessuno può resisterle, neanche Lui.Read More
Il nuovo Padiglione trova collocazione tra il corpo principale dell’Acquario e la Grande Nave Blu, oggi Padiglione Biodiversità, integrandosi alla perfezione nel complesso del Porto Antico grazie a superfici vetrate del lato Sud e all’altezza del percorso dei visitatori che si eleva sopra il livello del mare di soli 3 metri, tutte soluzioni votate ad ottenere un effetto visivo leggero ed impalpabile. Quattro sono le vasche a cielo aperto, disposte per ospitare fino a 10 delfini, suddivise in vasca espositiva principale, nursery, vasca medica e vasca curatoriale.
Il nuovo padiglione con una lunghezza di 94 m, 28 di larghezza e 23 di altezza, è stato costruito in galleggiamento nel bacino di carenaggio del porto di La Spezia e trasportato al cantiere di Genova Voltri per i lavori di completamento, per arrivare solo in un secondo momento, quando l’opera era ormai giunta al 95% del completamento, nella sua sede definitiva, ovvero nel Porto Antico di Genova e qui zavorrata. In seguito si è passati alla fase di realizzazione dei collegamenti con l’Acquario esistente e con la Nave Blu che è stata spostata in avanti pur rimanendo parte del percorso espositivo.
Il percorso di visita è strutturato su due livelli per consentire al pubblico di ammirare gli animali sia dall’alto, sia da una prospettiva subacquea. Il visitatore che arriva dall’Acquario, accede così alla nuova sezione espositiva e ha una prima visione della vasca principale dall’alto. Grazie alla parete vetrata apribile realizzata da Stahlbau Pichler lunga ben 30 metri, è possibile ascoltare i cetacei. La vasca espositiva principale presenta inoltre al piano superiore una piattaforma a cielo aperto, progettata per i visitatori con disabilità motorie che possono così accostarsi alla vasca in una posizione privilegiata, a pochi passi dai delfini. Dopo aver percorso poco più di 50 metri, si accede al Padiglione Biodiversità ospitato all’interno della Nave Blu e riaperto al pubblico dopo i lavori di riallestimento. Tornando poi al nuovo Padiglione Cetacei il pubblico potrà passare all’interno di un tunnel vetrato lungo circa 15 metri che, grazie alla forma curva, si addentra parzialmente nel volume della vasca espositiva principale, offrendo scorci unici ed entusiasmanti della vita acquatica, con i delfini che nuotano anche al di sopra della testa dei visitatori.
Stahlbau Pichler si è occupata di tutte le strutture portanti e dei rivestimenti di facciata adoperando una quantità di acciaio pari a 320 tonnellate circa.
“L’intervento ha visto la realizzazione di 1000 m di facciate cieche con pannellature in calcestruzzo e 1700 m circa di facciate vetrate.” Spiega l’ing. Giovanni Pigozzi, project manager in Stahlbau Pichler dell’intervento. “La facciata continua – prosegue – presenta un reticolo d’acciaio inox a taglio termico con 12 mm di spessore, quindi estremamente sottile, questa è senza dubbio una particolarità rilevante di questo intervento che mostra una certa leggerezza visiva e percettiva.”
Sabato 25 gennaio Lilli Gruber intervista Renzo Piano ospite a “Otto e mezzo” su La7. Molti i temi affrontati e tra essi l’importanza e la necessità di lavorare ed investire sulle periferie delle città italiane, tema di progetto per il nostro futuro. RAMMENDARE è la parola chiave. RAMMENDARE come modalità di approccio per intervenire sul territorio occupato e sull’edilizia esistente.
Through these films, Ila Bêka and Louise Lemoine put into question the fascination with the picture, which covers up the buildings with preconceived ideas of perfection, virtuosity and infallibility, in order to demonstrate the vitality, fragility and vulnerable beauty of architecture as recounted and witnessed by people who actually live in, use or maintain the spaces they have selected. Thus, their intention is to talk about architecture, or rather to let architecture talk to us, from an “inner” point of view, both personal and subjective.
Unlike most movies about architecture, these films focus less on explaining the building, its structure and its technical details than on letting the viewer enter into the invisible bubble of the daily intimacy of some icons of contemporary architecture.
Through a series of moments and fragments of life, an unusually spontaneous portrait of the building would emerge. This experiment presents a new way of looking at architecture which broadens the field of its representation.
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