All of us have studied at various times in faculties of architecture but none of us could be classically defined as an architect. We are interested and work in design and communications, landscape planning and agriculture, light infrastructure for bicycles and small businesses for the new economy.
TAKING CARE è la chiave di lettura che TAMassociati ha scelto in coerenza con Reporting from the Front proposto da Alejandro Aravena per la XV edizione della Biennale di Venezia, che racconta un’architettura creata con le comunità, capace di condividerne bisogni e aspirazioni.
E’ stato svelato poco di quello che sarà l’appuntamento dell’anno nel mondo degli architetti, solo il nome del progettista: Bjarke Ingels e il suo studio BIG. Lo studio ha alle sue spalle progetti pionieristici come 8 House o il Danish Maritime Museum e chissà cosa hanno in mente per la sedicesima edizione del padiglione nel Kensington Garden della Serpentine Gallery. Read More
An inflatable pavilion, located in Museum Gardens in the east London area of Bethnal Green, next to the Museum of Childhood, covered with a clear tensile membrane has been installed in east London by Paris architects Atelier Zündel Cristea. Read More
The UK Pavilion fo Shanghai World Expo 2010 has been designed by Heatherwick Studio. Heatherwick Studi in collaboration with a wider project team, developed the idea of the UK Pavilion exploring the relationship between nature and cities. The fibre optic filaments, main feature of the pavillon, are particularly responsive to external light conditions so that the unseen movement of clouds above the Seed Cathedral (name of the pavillon) are experienced internally as a fluctuating luminosity. The studio’s intention is to create an atmosphere of reverence around this formidable collection of the world’s botanical resources; a moment of personal introspection in a powerful silent space.
Il Padiglione Azerbaigian, nazione che per la prima volta partecipa all’Esposizione Universale, ha stupito il pubblico con un’architettura composta da sfere che rappresentano la biodiversità e la cultura di un Paese in cui diversi elementi convivono insieme.
Ideato, progettato e realizzato da Simmetrico, network italiano di creativi, project manager ed esperti in tecnologie multimediali, in collaborazione con lo studio di architettura Arassociati, i progettisti strutturali di iDeas e lo studio di architettura del paesaggio AG&P, il padiglione è stato realizzato attingendo ai materiali tradizionali dell’Azerbaigian, come il legno, lavorato in modo innovativo, e abbinato a materiali universali come il vetro e il metallo.
Per la realizzazione di questa struttura è stato scelto il vetro Planibel Linea Azzurra di AGC Glass Europe, che è stato utilizzato per le sfere, le parti piane della facciata e i parapetti interni. Prodotto esclusivamente in Italia, nello stabilimento AGC di Cuneo, questo vetro speciale chiaro è caratterizzato da un aspetto leggermente azzurrato ed è particolarmente adatto per grandi superfici vetrate e per un uso nell’architettura più raffinata. La notevole facilità con cui può essere tagliato, molato, temperato, curvato e stratificato, inoltre, lo rendono una soluzione ideale per essere utilizzata con sicurezza e versatilità anche in progetti complessi.
Nelle immagini, il padiglione l’Azerbaigian a Expo Milano 2015, ha stupito il pubblico con un’architettura composta da tre enormi sfere incastonate come gioielli, che rappresentano la biodiversità e la cultura di un Paese in cui diversi elementi convivono insieme. Protagonista di questo padiglione il vetro AGC, che è stato utilizzato per le sfere, le parti piane della facciata, i parapetti interni e il pavimento della struttura. Il Padiglione è stato ideato da da Simmetrico, in collaborazione con lo studio di architettura Arassociati, i progettisti strutturali di iDeas e lo studio di architettura del paesaggio AG&P
Il padiglione nasce su un lotto di 600mq nell’area Nord Est 12 della fiera. Uno spazio in grado di raccontare ai visitatori come l’agricoltura e il ciclo della produzione del cibo richieda oggi competenze digitali e tecnologiche specifiche.
Il concept dell’architetto Enzo Eusebi, che ha curato anche la direzione artistica, per WAA e CONAF non è un semplice tentativo di rivisitare in chiave tecnologica l’architettura rurale che siamo abituati a vedere, nelle sue diverse morfologie edilizie, in ogni campagna del mondo. L’obiettivo della fattoria Globale 2.0, per com’è stata concepita e realizzata da Eusebi, è quello di superare la pura dimensione estetica per esprimere metodi, logiche produttive e organizzative assolutamente nuove. Il Padiglione, completamente privo di cemento, è stato realizzato con legno italiano – per il risparmio nelle emissioni di gas inquinanti e pareti in sughero naturale, una volta smontato, diventerà una mostra itinerante per la promozione della riflessione sull’alimentazione anche dopo il termine dell’Esposizione Universale.
Il padiglione, che si estende su una superficie di oltre 500mq, è stato pensato dall’architetto Enzo Eusebi (NOTHING STUDIO), il primo architetto a lavorare con gli agronomi, per essere versatile. I visitatori sono accolti da un noce piantato a terra al centro dello spazio dove si trova il “Tavolo della Democrazia”, attorno a cui si svilupperanno tavole rotonde e dibattiti. La polivalenza dello spazio nasce dall’esigenza di rendere il padiglione aperto al pubblico per eventi, mostre, convegni che nei prossimi sei mesi rappresenteranno diverse tipologie di “farm” presenti nei continenti. Verranno analizzate 24 case history ed 1 continente al mese, che andranno a comporre il puzzle della Fattoria Globale.
Il padiglione ha lo scopo di mostrare l’impatto dei diversi modelli produttivi sul paesaggio, sul territorio, sulle identità locali. Il tutto visto dalla prospettiva degli agronomi, la figura professionale che più di ogni altra è fondamentale per garantire il nutrimento del pianeta: sono 380 mila, infatti, gli agronomi che operano quotidianamente per progettare il cibo, ma anche per assistere le aziende sulla sicurezza alimentare e ambientale, organizzare il lavoro agricolo in modo da assicurare la disponibilità delle risorse nel tempo. A rappresentarli a livello globale la World Association of Agronomists.
La fattoria 2.0 diventa un vero e proprio laboratorio di idee e processi che mette in cortocircuito la chimica con l’economia, la tradizione con la genetica, il saper fare con la ricerca scientifica, la lentezza della natura con la velocità del digitale: per lavorare nel prossimo futuro tra terra e cielo occorrerà governare un inedito e affascinante crossing delle conoscenze.
Il Padiglione è stato inaugurato il 14 maggio 2015, alla presenza del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, del Commissario Unico Expo 2015 Giuseppe Sala, del Presidente del CONAF Andrea Sisti, della Presidente mondiale degli agronomi Maria Cruz Diaz Alvarez e del progettista l’architetto Enzo Eusebi.
Dopo il Grand Palais, il Palais d’Hiver e il Palmarium, l’architetto canadese continua la lunga tradizione francese dell’architettura di vetro. Uno spazio dalle dimensioni esagerate, 65.000 mq di spazio espositivo, per l’arte e la cultura con le sue dodici vele vetrate immense intersecate tra di loro si fa spazio nel parco, risalente al XIX secolo, a ovest di Parigi del Bois de Boulogne.Read More
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